Questa Sinagoga è l’unica ad essere sopravvissuta al nazismo. Si trova nel Quartiere della Riconciliazione, detto anche Quartiere delle Quattro Fedi, in quanto ospita edifici di culto appartenenti a diverse religioni.
Essa, costruita in due anni, fu inaugurata nel 1829 quando Breslavia faceva parte del Regno di Prussia. Il suo progetto fu realizzato dall’architetto Carl Ferdinand Langhans, figlio dell’autore della Porta di Brandeburgo e noto per essere artifice di altri importanti edifici in città, tra cui l’Opera. Lo stile utilizzato è il neoclassico.
Gli interni originali, andati perduti, furono realizzati da Raphael Biow e suo figlio Hermann. Il nome deriva da quello di una locanda che aveva sede nel luogo in cui essa fu edificata.
Il telaio ligneo dell’armadio sacro e alcune tavole danneggiate dei Dieci comandamenti sono le uniche parti originali ancora presenti all’interno della Sinagoga.
L’edifico è costruito in modo tale che i fedeli in preghiera siano rivolti verso Gerusalemme, nel rispetto di quanto prescrive la Bibbia.
L’armadio sacro (aròn hakkodeš) in cui sono contenuti i rotoli della Torah, ossia delle Sacre Scritture , si trova nella parete est. Sopra di esso brilla una luce che rimane sempre accesa, si tratta della lampada eterna (ner tamìd) che richiama alla menorah del Tempio di Gerusalemme.
L’ampia sala di preghiere centrale è circondata sui tre lati da gallerie destinate alle donne, che secondo l’usanza ebraica devono sedere separatamente dagli uomini. Due livelli di gallerie si trovano a sud, due a nord, una singola galleria ad est della parete dove insiste l’armadio sacro.
L’interno andò distrutto durante la notte dei cristalli, il 10 novembre 1938, quando i nazisti distrussero la maggior parte degli edifici legati al culto ebraico. In quella circostanza la struttura in gran parte si salvò a differenza della Sinagoga Nuova, che allora era la più grande della città e che fu data alle fiamme. La parte esterna della Sinagoga della Cicogna Bianca venne risparmiata per il fatto di trovarsi accanto ad altri edifici non ebraici. Gli assalitori temevano infatti che appiccando il fuoco, l’incendio potesse divampare nella zona circostante.
Successivamente l’edificio fu ristrutturato dalla comunità ebraica di Breslavia e divenne di nuovo centro di culto. Ciò fino al 1943 quando i nazisti se ne impossessarono e lo utilizzarono come magazzino degli oggetti sottratti nelle case degli ebrei. Il cortile divenne, invece, punto di raccolta dei deportati destinati ai campi di concentramento tedeschi.
Dopo la Fine della Guerra le autorità di Breslavia concessero alla comunità semitica l’utilizzo della Sinagoga che divenne non solo un luogo di culto ma il centro di aggregazione dell’intero popolo ebraico residente in città. La costante emigrazione degli ebrei osteggiati dal regime sovietico e vittime di atti di vandalismo da parte di coloro che venivano definiti “nieznani sprawcy”, cioè “ignoti”, vale a dire persone che agivano per conto dei servizi segreti durante il comunismo.
Dopo la crisi politica del 1968 e la campagna antisemitica che interessò il paese, la maggior parte degli ebrei residenti in città lasciò la Polonia. Le cerimonie religiose in Sinagoga furono così sospese e nel 1974 la struttura fu espropriata e cominciò ad essere utilizzata dall’Università come libreria. Nel 1989 vi fu trasferita l’Accademia Musicale.
Un soggetto privato la acquistò nel 1995 per restituirla alla comunità ebraica della città.
Nel 2010 si è completato un importante intervento di restauro durato più di dieci anni e da allora la Sinagoga è il centro di riferimento religioso e culturale di tutti gli ebrei della regione.
Attualmente la Sinagoga è ortodossa, dopo essere stata liberale fino al 1872 e poi conservatrice fino al 1943.